Archivio mensile:marzo 2021

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Covid: vaccinarsi è l’unica via d’uscita

Immaginate una piccola città di centomila abitanti. 100.00 esistenze di uomini e donne che lavorano, studiano, gioiscono, soffrono, crescono figli, insomma vivono le loro vite ordinarie e straordinarie. Immaginate ancora che questa città e queste 100.000 vite siano all’improvviso spazzate via e risucchiate in un buco nero. Un buco nero, per assurdo, provocato da minuscoli ma maligni batteri. In Italia, il Covid ha causato più di 100.000 morti e il numero aumenta di giorno in giorno. È quella città di cui parlavo prima metaforicamente. Questa immagine vorrei fosse ben chiara a chi ancora nega che tutto questo non esiste e non si è realmente verificato. Così come vorrei che vi riflettesse chi nega che i vaccini siano la soluzione. La scienza dice, fuori di ogni ragionevole dubbio, che i vaccini sono l’unica arma che abbiamo per vincere questa interminabile battaglia, e io ho fiducia nella scienza. Ho fiducia in Mattarella quando dice che dobbiamo vaccinarci. Ho fiducia nel Papa quando dice che vaccinarsi “è etico” e che “Il negazionismo è suicida”. Ognuno è artefice del proprio destino ma in questo caso la scelta personale di ciascuno di noi si intreccia con il dovere di tutelare la salute degli altri e di non contagiarli. Per questo, il mio intervento di stasera è scevro da ogni concessione poetica e da ogni sfumatura ironica. Adesso, ho solo voglia di dire che bisogna vaccinarsi e che dobbiamo farlo tutti al più presto possibile. Per noi stessi, per chi amiamo e per non piangere altre esistenze, altre città fantasma che, se non siamo responsabili, saranno abitate anche dai nostri rimorsi.

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8 marzo: per le donne più rispetto autentico che mimose

8 marzo: è doveroso un omaggio alle donne anche se in poche righe è davvero proibitivo raccontare cosa rappresenti per noi uomini l’universo femminile. Sarebbe come pretendere di raccontare la vita perché le donne sono la vita: da madri ce la consegnano, e poi da amiche, sorelle, compagne ce la colorano di sfumature che noi uomini, nella nostra limitatezza e nella nostra ottusa presunzione, spesso non sappiamo immaginare e comprendere appieno. Potrei infiocchettare ora altre considerazioni più o meno poetiche ma penso che dietro questa festa, in fondo, ci sia un bel po’ di ipocrisia maschile. Celebrare la donna un giorno all’anno, è un bluff in una società che ancora non è completamente a misura di donna. Troppe poche, alle leve del potere, della politica dell’economia nonostante la loro bravura. Perché forse gli uomini sono consapevoli di quello che diceva Margaret Thatcher: “Non appena si concede alla donna l’uguaglianza con l’uomo, questa si dimostra superiore a lui”. E la nostra è una società che vive ancora di antichi retaggi, faticosamente in dissolvimento ma mai definitivamente superati, Come quelli che riguardano il corpo delle donne, usato ancora come oggetto nelle Tv, nelle pubblicità sul Web. Per non parlare poi delle violenze ancora perpetrate sulle donne. Insomma, se fossi donna, per usare un francesismo, sarei ancora un bel po’ incacchiato e più che proclami e mimose, fiori comunque molto belli, vorrei altro dagli uomini: rispetto e considerazione da pari a pari. È giusto forse allora che a celebrare le donne siano loro stesse e per questo vorrei concludere con una celebre frase di Monica Vitti, una grande attrice e grande donna, che purtroppo non vediamo da tempo e che ci manca tanto.: “Le donne mi hanno sempre sorpresa: sono forti, hanno ancora la speranza nel cuore e nell’avvenire.”